La
mente (1).
Il Discorso affronta
ora il terzo Satipatthāna, la mente. Anche in questo caso è meglio andare a
vedere esattamente quali sono le indicazioni, dato che non si tratta di un
generico “contemplare la mente”, le sue attività, i suoi stati. L’indirizzo è
preciso.
Il Buddha suggerisce di
verificare, tramite la consapevolezza se nella propria mente sono presenti
degli “stati”, ovvero i rispettivi opposti. I primi quattro sono classificati
dai commentari come “ordinari”, gli altri quattro sono “superiori”. Il Buddha
dice:
1.
Egli
sa che una mente pervasa dal desiderio è pervasa dal desiderio; egli sa che una
mente priva di desiderio è priva di desiderio.
2.
Egli
sa che una mente pervasa dall’avversione è pervasa dall’avversione; egli sa che
una mente priva di avversione è priva di avversione.
3.
Egli
sa che una mente pervasa dall’illusione è pervasa dall’illusione; egli sa che
una mente priva di illusione è priva di illusione.
4.
Egli
sa che una mente contratta è contratta; egli sa che una mente distratta è una
mente distratta.
5.
Egli
sa che una mente vasta è una mente vasta; egli sa che una mente limitata è una
mente limitata.
6.
Egli
sa che una mente che non ha livelli ad essa superiori è una mente che non ha
livelli ad essa superiori; egli sa che una mente che può raggiungere livelli
superiori è una mente che può raggiungere livelli superiori.
7.
Egli
sa che una mente concentrata è una mente concentrata; egli sa che una mente non
concentrata è una mente non concentrata.
8.
Egli
sa che una mente liberata è una mente liberata; egli sa che una mente non
liberata è una mente non liberata.
Un fondamentale
atteggiamento sottende queste contemplazioni: la mente non è più, come viene
sperimentata di solito, un’entità individuale o indissolubilmente legata al
sistema-individuo, ma è un qualcosa che viene sperimentato tramite degli
eventi, i suoi “stati”, che sono veri e propri “oggetti”, contemplabili e
analizzabili secondo le loro caratteristiche qualitative. Di nuovo la visione
“clinica” propria di questo Discorso, e ricordiamo che il “ritornello”, anche
in questo caso, invita a portare queste contemplazioni su se stessi e su gli
altri, enfatizzando gli aspetti del sorgere e del cessare degli eventi mentali.
La strada indicata è quella che conduce al distacco e alla non identificazione:
non si tratta di reprimere o di opporsi ad un determinato stato mentale, ma di
osservarlo e di comprendere “dal vivo” come la mente, a partire da impulsi
quasi impercettibili, produca pensieri, immagini, ulteriori impulsi ad altri
pensieri e azioni, o anche a negazioni o repressioni che hanno lo scopo di
mantenere la propria autostima (scaccio dalla mia mente un pensiero violento perché
non mi piaccio quando sono aggressivo). Mantenere una consapevolezza non
reattiva disattiva gli stimoli emozionali e coinvolgenti.
I primi tre stati
mentali, desiderio, avversione e illusione sono le radici di tutti i fatti
mentali nocivi. E qui si favorisce anche una sorta di allenamento alla distinzione
tra ciò che è salutare e ciò che non lo è, distinzione non sempre facile.
Mentre l’opposto dei tre indica uno stato
mentale di assoluta positività (mancanza di desiderio, avversione, illusione),
la coppia di opposti del quarto punto è formata da due elementi parimenti non
salutari: la mente contratta viene intesa come preda di indolenza e torpore;
per quanto riguarda la mente distratta, non è necessario parlarne, in quanto si
tratta dell’esperienza primaria di chiunque si disponga a praticare la meditazione.
È bene ricordare che anche in questo caso l’indicazione è la contemplazione non
giudicante, non coinvolta con i contenuti che la mente distratta produce. Si
tratterà di centrarsi sulla consapevolezza stessa e di “sapere”: “la mia mente
è distratta”. “Superare” la distrazione è un lungo lavoro che coinvolge in
primo luogo la Retta Visione, necessita di una forte dose di sincerità verso se
stessi e l’aiuto di un insegnante.
Il Buddha ha però
inserito in un altro discorso una sorta di “manuale contro la distrazione”, un
certo tipo di distrazione. Ne parlerò nel mio prossimo post, quando concluderò
la mia esposizione del terzo Satipatthāna.
Auguro a tutti coloro
che si prendono la briga di leggere il mio blog buone feste e un prospero 2015.
Continuerò dopo la Befana.