lunedì 31 ottobre 2016

Meditazione - due appuntamenti gratuiti.

Questa settimana propongo due appuntamenti per le mie sessioni gratuite di meditazione: il due novembre alle 19.45 incontro al Centro Yoga Samsara in via Balestra 2/a a Roma Monteverde. Il secondo domenica 6 novembre al Centro Yoga B.K.S Iyengar in via Vegezio 6 a Roma Balduina, alle 10. In ambedue i casi la partecipazione è gratuita, libera e non è necessario prenotare.

domenica 23 ottobre 2016

INIZIAMO CON LE QUATTRO NOBILI VERITA'

Lo scorso nove ottobre abbiamo tenuto al Centro Yoga di Via Vegezio il primo degli incontri mensili di meditazione di quest’annata. La mia intenzione è di offrire all’inizio di ogni incontro una breve esposizione su qualche argomento tratto dagli insegnamenti del Buddha suggerendo possibilmenteun legame con la pratica della meditazione.
E non potevo cominciare che dalle Quattro Nobili Verità, il primo insegnamento contenuto nel primo Discorso, esposto dopo aver affermato che il suo è un Cammino di Mezzo tra gli estremi dell’indulgenza e della mortificazione e dopo aver enumerato i punti dell’Ottuplice Sentiero.
Consultando Wikipedia le Quattro Nobili Verità vengono esposte in questo modo:
1.      Verità del dolore.
2.      Verità dell’origine del dolore.
3.      Verità della cessazione del dolore.
4.      Verità della via che porta alla cessazione del dolore.
A me interessa cercare di riassumere in una breve frase per lo meno i primi tre punti di modo che questo insegnamento fondamentale possa essere velocemente richiamato alla mente quando le circostanze lo richiedono, sia nella pratica formale che nella vita di tutti i giorni.
È necessario ricordare che affermando la Verità del Dolore il Buddha non ha espresso una constatazione e nè uno o più giudizi. Non ha detto che il mondo in cui viviamo è sostanzialmente ostile né che noi siamo ineluttabilmente destinati a soffrire o incapaci di sollievo. E nemmeno che la sofferenza è l’inevitabile risultato del nostro interagire col, o sentire (percepire) il, mondo.  La parola che viene tradotta in genere come dolore o sofferenza, il Pāli dukkha, esprime un certo qual modo del nostro percepire e interagire col mondo, se ci troviamo, come tutti ci troviamo in un loop apparentemente insolubile. La parola che molti studiosi e praticanti usano per ben tradurre dukkha ahimè non esiste in italiano: in inglese è unsatisfactoriness. Potremo dire, ad esempio che la prima è la Verità dell’insoddisfacenza.
Fermiamoci un attimo qui e vediamo qual è l’origine del dolore. La parola del testo è taṇhā, generalmente tradotto con sete. Sete, desiderio, attaccamento, brama, tutti sinonimi di uno stato mentale la cui presenza è necessaria perché il dolore, la sofferenza, nasca nell’individuo. E la cui rimozione è sufficiente per impedire che la sofferenza sorga, e quindi si schiuda la condizione del risveglio. Proviamo quindi a riassumere quanto ad allargare il discorso.
L’individuo si trova in contatto con dei fenomeni che, sia pur non negativi in sé, non sono in grado di placare la sua sete di non-sofferenza, di appagamento. E quindi si sviluppa uno stato mentale di desiderio a causa del quale la ricerca si fa tanto più spasmodica e pervasiva, quanto priva di risultati. L’unico risultato che otteniamo è ancora più frustrazione, cioè più sofferenza. E questa è la condizione di ognuno di noi, che conduciamo delle vite nelle quali diamo per scontato il perseguimento di obbiettivi più o meno materiali, confidando consciamente o inconsciamente in un futuro che, a ben guardare, non potrà donarci altro che la morte. Se desideriamo veramente rompere questo circolo vizioso non dovremo rivolgerci al mondo, né rammaricarci per essere come siamo. Il dolore cessa al cessare della sete.
Percepire noi stessi per quello che siamo; percepire il mondo per quello che è: soprattutto essere consapevoli delle tre caratteristiche dell’esistenza condizionata: impermanenza, non-sé e, appunto, insoddisfacenza. Rendersi conto che la causa è taṇhā e rimuoverla. Questo difficile compito può essere portato a termine percorrendo la via che porta alla cessazione del dolore, vale a dire il Nobile Ottuplice Sentiero, di cui tratterò in un prossimo post.

Lo spunto di pratica che ho proposto durante la meditazione è questo: cercare di percepire se quelle che noi chiamiamo generalmente “distrazioni” immagini o pensieri che sorgono nel corso della meditazione, sorgano appunto su un background di insoddisfazione, di irritazione, di non agio. E cercare di osservare questo con serenità, senza giudizi, lasciandolo andare.

giovedì 13 ottobre 2016

Monteverde (Roma) - Serate gratuite di Meditazione


Dal 19 ottobre terrò ogni due settimane delle serate di meditazione gratuite a Roma Monteverde al Centro Yoga Samsara in via Raffaele Balestra 2a con inizio alle 19.45. Le serate saranno aperte a tutti soci e non soci del Centro e nelle mie intenzioni saranno una introduzione di base alla pratica della Meditazione di Consapevolezza (Vipassana o Mindfulness Meditation in Inglese), secondo il discorso del Buddha noto come Satipatthana Sutta (il Discorso dell’Essere nella Consapevolezza), rivolte non solo a chi già pratica o a chi è decisamente e coscientemente interessato, ma anche a chi si domanda se la meditazione può essere uno strumento utile e adatto a sé per la propria crescita interiore.
Oltre a dare delle istruzioni pratiche di base cercherò di illustrare come alcuni aspetti dell’insegnamento del Buddha si relazionino intimamente con la meditazione e con la nostra vita in generale. Quindi gli incontri, della durata prevista di un’ora e mezza, inizieranno con una breve esposizione mia (spero di non superare mai i 10 minuti!) da una pratica meditativa, un breve momento di domande e risposte e di condivisione dell’esperienza seguito da un secondo periodo di meditazione.
Il mio intento ultimo è molto ambizioso: formare delle persone che consolidino nella propria vita una pratica quotidiana della meditazione e che aprano i loro orizzonti verso altri insegnanti e maestri.
Tutti sono benvenuti.