Vedo il Counseling come
l’apertura di uno spazio. Quante volte nei momenti difficili della nostra vita
usiamo espressioni come “mi sento in un vicolo cieco”, “provo un’oppressione al
petto”, “mi manca l’aria” o “ non so dove sbattere la testa”. Che si tratti di
un problema familiare o nelle nostre relazioni, una difficoltà sul lavoro o nel
trovare una risposta adeguata ad una fase di cambiamento che ci richiede uno
sforzo che non ci sentiamo in grado di fare. Il Counselor può fornire lo
spazio, il tempo, l’ascolto.
Nel mio intervento
cerco di mettere al centro della ricerca che condivido con i miei clienti la
consapevolezza del sistema corpo-cuore-mente: nel mio Cliente in primo luogo, e
spesso per lei/lui si tratta di incontrare questo atteggiamento per la prima
volta. Che il corpo possa “parlare”, che le emozioni non siano dei mostri
spaventosi o inebrianti, che la mente non sia sempre governata da un pilota
automatico che ci costringe a reazioni ripetitive quanto inefficaci: sono tutte
cose che si possono imparare, o conoscenze che si possono sviluppare,
rivolgendo un’attenzione accurata e consapevole al nostro mondo interno e al
nostro modo di relazionarci con l’esterno. Ma nello stesso momento in cui
invito il Cliente ad accogliere e a rimanere con dolcezza con i suoi stati
interni difficili, il mio ruolo è quello di “sentire” con il mio
corpo-cuore-mente qual è il nodo della situazione che mi viene presentata, di
modo che il mio intervento non sia una razionalizzazione o una diagnosi, ma
piuttosto un incontro con l’altro autentico e profondo.
L’empatia da parte mia
è un “modo di essere” che parte proprio dal condividere una pratica della
Consapevolezza che abbia la capacità di includere tutti gli aspetti di quanto
sorge in un incontro di Counseling. Le difficoltà del Cliente vengono quindi
accolte, condivise, sentite insieme, fino a che perdono la loro carica
minacciosa e diventano oggetti trattabili, fenomeni dei quali sarà possibile
osservare la relativa inconsistenza e il loro dissolversi.
Disporsi insieme alla
contemplazione di problemi, difficoltà, stati interni negativi e oscuri è anche
un lavoro sottilmente energetico: è dall’energia bloccata nel rifiuto di
“vedere” che scaturiranno le soluzioni, le aperture che potranno dare nuovo
impulso e direzione alla vita del Cliente.
Per riassumere, il mio
intervento di Counselor non fa diagnosi, non è una terapia, ma è un incontro profondo con chi si rivolge a me che
ha come scopo il superamento di una momentanea difficoltà, e che usa il
dialogo, l’empatia e la coltivazione della Consapevolezza psicofisica del qui e
ora allo scopo di permettere al Cliente, a lui in prima persona, di operare
scelte e prendere decisioni sul suo presente e sul suo futuro.
Contemplazione e
Consapevolezza sono “parole chiave” che forniscono un legame per le altre
pagine di questo Blog. Leggendo le pagine dedicate a Mindfulness, alla
Meditazione e al Satipatthāna scoprirete come la mia vocazione di Counselor
(nel modo in cui lo sono) ha radici antiche.
Sono membro di una associazione professionale, e visitando il suo sito, http://www.assocounseling.it/, si potranno avere maggiori informazioni sul counseling.
Sono membro di una associazione professionale, e visitando il suo sito, http://www.assocounseling.it/, si potranno avere maggiori informazioni sul counseling.