I sette Fattori dell'Illuminazione
Dopo aver focalizzato
l’attenzione sulle parti che appaiono costituire la nostra individualità
(corpo, sensazioni, mente, aggregati, ostacoli, sistema percettivo) il Discorso
presenta la Consapevolezza sulle qualità mentali che conducono al risveglio,
vale a dire i Sette Fattori dell’Illuminazione. Essi sono:
1.
Consapevolezza.
2.
Investigazione.
3.
Energia.
4.
Gioia.
5.
Tranquillità.
6.
Raccoglimento.
7.
Equanimità.
Anche di queste qualità
sono indicate le modalità di attenzione. Ad esempio, della Consapevolezza, “se non
è presente in lui egli sa: non c’è consapevolezza presente in me; egli sa come
risvegliare in sé il fattore consapevolezza non presente in lui, e come
perfezionare e sviluppare il fattore consapevolezza quando è presente in lui”.
A partire dalla consapevolezza,
vero e proprio fondamento, vengono prima enumerati 3 fattori atti a stimolare e
dare impeto ad una mente incerta e pigra, seguiti da altri tre fattori che
favoriscono la quiete e la pace.
Il fondamento della
consapevolezza è importante perché anche in questo caso non è prescritta alcuna
azione particolare se non la semplice attenzione cosciente. Infatti, se la mera
consapevolezza è in grado di annullare l’influsso di ognuno dei cinque
ostacoli, essa spontaneamente favorisce lo sviluppo degli altri fattori di
illuminazione.
Il termine usato dal
Buddha per il secondo fattore, Dhammavicaya, può essere inteso sia come
investigazione dei dhamma, vale a dire dei fenomeni, quanto investigazione del
Dhamma, cioè della Dottrina. Il risultato sarà comunque un discernimento, nella
propria esperienza di ciò che è salutare e utile nel cammino da ciò che non lo
è, consentendo ulteriori progressi debellando l’ostacolo del dubbio. Ci si
troverà quindi nelle condizioni di attingere ad un rinnovato vigore, uno slancio
lungo il sentiero che, anche in virtù della sua naturalezza, avrà la
caratteristica della costanza, in contrasto con l’ostacolo della pigrizia e del
torpore. L’energia conduce alla gioia, primo termine di una triplice sequenza
spesso ripetuta in molti dei discorsi: gioia che porta alla tranquillità che
porta al raccoglimento (uso questa parola per tradurre samādhi al posto della
più consueta “concentrazione” a causa del sottinteso escludente di
quest’ultima: il raccoglimento è focalizzato e inclusivo). La tranquillità è la
contro qualità dell’ostacolo irrequietezza e preoccupazione, e il raccoglimento
nascerà da un senso di appagamento e compiutezza, propria della tranquillità
stessa. Il raccoglimento profondo culmina nell’equanimità: una volta considerati
i fenomeni percepiti e le varie parti che ci costituiscono per quel che sono,
una volta messo il tutto sotto la luce della consapevolezza, osservato di prima
mano il loro sorgere e svanire, si potrà stare, come dice il “ritornello” del
discorso “indipendenti, senza desiderare nulla al mondo”.
Concludo sottolineando
2 punti importanti: secondo molti discorsi del Buddha, fatto ribadito spesso
nei commentari antichi, il sentiero spirituale consiste essenzialmente nel
superare i 5 ostacoli e sviluppare i 7 fattori dell’illuminazione. Va detto
infine che la contemplazione di questi ultimi non va considerata una pratica in
sé, ma può affiancare la modalità abituale di meditazione di ognuno,
sviluppandosi quando è necessario o quando si è particolarmente ispirati.
L’insegnamento dei 7
fattori dell’illuminazione è descritto, a differenza di altri, come specifico e
unico del Buddhismo e il possesso dei 7 fattori è paragonato a quello dei 7
tesori del Monarca Universale (credenza, quest’ultima, diffusa in ambito indù).
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